Il paese della cuccagna, Venezia, Fenzo, 1750

Vignetta Frontespizio
 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Spiaggia di mare con veduta di legni naufragati.
 
 PANDOLINO, poi POLLASTRINA
 
 Pandolino
 
    Chi m’insegna, chi mi dice
 l’infelice Pollastrina
 se più vive, poverina,
 o se morta è in mezzo al mar?
 
5Povero Pandolin! Che gran disgrazia!
 M’avessero quell’onde subissato;
 m’avessero ingoiato
 un’orca, una balena,
 ch’ora non proverei sì fiera pena.
10Povera Pollastrina!
 Per amor mio s’è indotta
 a lasciar la sua patria e con la madre
 e col fratel meco è venuta in mare;
 ma prima d’arrivare
15a far in terra il nostro sposalizio
 se n’è andata la nave in precipizio.
 
    Chi m’insegna, chi mi dice
 l’infelice Pollastrina
 se più vive, poverina,
20o se morta è in mezzo al mar? (Parte)
 
 SCENA II
 
 POLLASTRINA dall’altra parte
 
 Pollastrina
 
    Chi m’insegna, chi mi dice
 l’infelice Pandolino
 se più vive, poverino,
 o se morto è in mezzo al mar?
 
25Povera Pollastrina!
 M’avevo ritrovato un buon marito
 e appena l’ho trovato l’ho smarrito!
 Mi dispiace perduti
 aver la madre ed il fratello in mare;
30ma oimè che più penoso
 m’è il dolor d’aver perso il caro sposo.
 
    Chi m’insegna, chi mi dice
 l’infelice Pandolino
 se più vive, poverino,
35o se morto è in mezzo al mar? (Parte)
 
 SCENA III
 
 PANDOLINO, poi POLLASTRINA
 
 Pandolino
 
    Chi m’insegna Pollastrina...
 
 Pollastrina
 
 Chi m’insegna Pandolino...
 
 Pandolino
 
 Se più vive, poverina?
 
 Pollastrina
 
 O se morto è in mezzo al mar? (Vanno smaniando per la scena, poi si scoprono e si riconoscono)
 
40Pandolin!
 Pandolino
                     Pollastrina!
 Pollastrina
                                            Idolo mio.
 Pandolino
 Tu sei qui? Tu sei viva?
 Pollastrina
 Tu non sei naufragato?
 a due
                                             Evviva, evviva.
 Pandolino
 Tua madre?
 Pollastrina
                          Oh sventurata!
 Pandolino
 Tuo fratello?
 Pollastrina
                          Oh meschino!
45Li ho veduti andar giù
 e non li ho più veduti a tornar su.
 Pandolino
 Come ti sei salvata?
 Pollastrina
 Io mi son attaccata
 a un bravo marinaro
50ed egli semiviva
 m’ha condotta del mar in sulla riva.
 Pandolino
 E il marinaro poi
 così tra viva e morta
 ti ha fatto nulla?
 Pollastrina
                                 Il diavol che ti porta.
55E tu come sei giunto a salvamento?
 Pandolino
 Anch’io per un portento.
 Ero quasi del mar andato al fondo,
 quando per mia fortuna
 una rete trovai
60e dentro della stessa io m’intricai.
 I pescator, sentendo
 il gran peso e credendo
 d’aver un buon boccone,
 m’hanno tirato su per un sturione.
 Pollastrina
65Grazie al cielo, siam vivi.
 Ma qui cosa faremo?
 E di che viveremo?
 Pandolino
                                      Questo è il punto.
 Non conosco il paese,
 non so dove addrizzarmi
70e la fame principia a tormentarmi.
 Pollastrina
 Non si vede una casa, una capanna.
 Pandolino
 Ecco gente, ecco gente.
 Pollastrina
 Oimè! Chi sarà mai?
 Pandolino
 Sia chi esser si voglia,
75siano ladri, corsari o malandrini,
 già nella tasca mia non ho quattrini.
 Pollastrina
 Dunque per quel ch’io sento,
 noi siamo a malpartito.
 Pandolino
 Manca il denaro e cresce l’appetito.
 
 SCENA IV
 
 COMPAGNONE con seguito d’uomini che portano dei polli, degli agnelli, dei capretti, delle pezze di cascio, del pane e del presciutto con altri commestibili e dei fiaschi di vino
 
 Compagnone
 
80   Compagni, fermate,
 se stanchi voi siete;
 mangiate, bevete;
 godetevi un po’.
 
    Io son Compagnone,
85galantomenone;
 mangiate, bevete,
 compagni buon pro. (Gli uomini che sono con Compagnone si pongono a sedere in terra. Tagliano del cascio, del presciuto e mangiano e bevono. Pandolino e Pollastrina stanno osservando)
 
 Pandolino
 (Che bella compagnia!) (A Polastrina)
 Pollastrina
 (Sento che quel presciutto il cor mi tocca). (A Pandolino)
 Pandolino
90(Che bel formaggio! Mi vien l’acqua in bocca). (A Pollastrina)
 Compagnone
 
    Compagni, sedete;
 mangiate, bevete;
 godetevi un po’.
 
    Io son Compagnone,
95galantomenone,
 compagni buon pro.
 
 Pollastrina
 (Oh che caro presciutto!)
 Pandolino
                                                (Oh che formaggio!)
 Pollastrina
 (Domandiamone un po’). (A Pandolino)
 Pandolino
                                                  (Non ho coraggio).
 Compagnone
 Bella coppia gentil, che fate qui?
 Pandolino
100Signor, io son del mare
 un povero annegato
 che per maggior disgrazia si è salvato.
 Compagnone
 È disgrazia la vita?
 Pandolino
                                      Signorsì,
 se ho da viver così.
 Compagnone
                                     Ma cosa avete?
105Ditelo in cortesia.
 Pandolino
 Giacché vusignoria...
 comanda... appagherò...
 le sue... cortesi brame...
 Io signore... son morto... dalla fame.
 Compagnone
110E voi, bella ragazza,
 che avete che vi vedo
 immersa in una gran malinconia?
 Pollastrina
 Anch’io provo la stessa malatia.
 Compagnone
 Oh poveri affamati,
115voi siete fortunati.
 Siete venuti in luogo
 dove sempre si beve, ognor si magna.
 Nel paese noi siam della cuccagna.
 Pandolino
 Quando dunque è così...
120Signor... non ho coraggio...
 Compagnone
                                                   E che vorreste?
 Pandolino
 Un po’... di quel... formaggio...
 Pollastrina
 Anch’io vi pregherei,
 perché quello... mi piace... sopra tutto,
 regalarmi... una fetta... di presciutto.
 Compagnone
125Io tutto, amici miei,
 volontier vi darei,
 perché nel nostro regno
 ciascun liberamente
 mangia e beve a sua voglia e non fa niente.
130Ma abbiam però una legge
 che prima d’aggregar un forastiero,
 pria di dargli da bere e da mangiare,
 egli deve giurare
 avanti il nostro nume
135serbar della cuccagna il bel costume.
 Pandolino
 Io son pronto a giurar.
 Compagnone
                                            Qui non si giura;
 venite alla città.
 Pandolino
                                Quant’è lontana?
 Compagnone
 Un miglio, un miglio appena.
 Colà vi è il gran Lardone,
140nostro governator. Colà vi è il tempio,
 dove Cerere, Bacco e Amor si adora.
 Perché passar vi lascino alla porta,
 due de’ compagni miei vi faran scorta.
 Pandolino
 Per or non v’è rimedio...
145di ristorar un poco l’appetito?
 Compagnone
 Già m’avete capito.
 Pollastrina
 Né men, né men per grazia?
 Un po’... se m’intendete...
 Compagnone
 Le leggi trasgredir voi non potete.
 
150   Compagni, vi vedo
 che sazi già siete,
 che più non potete
 né ber né mangiar.
 
    Lasciam la campagna,
155andiam in cuccagna,
 che là vi potrete
 di nuovo saziar. (Parte con alcuni de’ suoi compagni, restandone due senza nulla da portare)
 
 SCENA V
 
 PANDOLINO, POLLASTRINA e li due uomini sudetti
 
 Pandolino
 Ahi, mi porta via il core!
 Pollastrina
                                               Oimè mi sento
 quasi svenir!
 Pandolino
                           Se fosti maritata,
160questa volta faresti la frittata.
 Pollastrina
 Andiam dietro di loro.
 Pandolino
                                            Andiam. Ma piano.
 Che mai dovrem giurar?
 Pollastrina
                                                Per me son pronta,
 per viver, per mangiare,
 in mezzo a mille squadre
165giurar che non son figlia di mio padre.
 Pandolino
 Averti sopra tutto
 ch’esser devi mia sposa.
 Pollastrina
                                               Già si sa.
 Pandolino
 Che sei dalla tua patria
 partita con tua madre e tuo fratello,
170per venirti a sposar al mio paese.
 Pollastrina
 Tutto ciò non mi scordo.
 Pandolino
                                               E che non devi
 lasciar me per un altro.
 Pollastrina
                                             Vi s’intende.
 Pandolino
 E avverti sopra tutto,
 se volesse qualcuno
175star teco in compagnia,
 di non darmi tormento e gelosia.
 Pollastrina
 Tu lo sai, Pandolino,
 s’io stata sempre sono
 delle più modestine e più ritrose
180ma la fame fa far delle gran cose.
 
 SCENA VI
 
 PANDOLINO seguita per qualche passo POLLASTRINA, poi si ferma e mostra di parlar con essa che non si vede
 
 Pandolino
 Ehi Pollastrina, adaggio;
 aspettatemi un poco.
 M’ho fatto mal, con riverenza, a un piede.
 Poverina! M’aspetta e se lo crede.
185Voglio pensare alquanto,
 avanti d’impegnarmi
 con questo giuramento,
 cosa posson voler da’ fatti miei,
 perché prender un granchio non vorrei.
190Se vorran per esempio
 addossarmi il mestiere
 di primo cuciniere,
 a tutto son disposto;
 e se occorre farò da menarosto.
195Ma se volesser mai
 ch’io avessi in altre cose a faticare,
 con tutto il mio giurare
 son certo e son sicuro
 che mi condannariano per spergiuro.
 
200   Quando si tratta di far da mangiare,
 son in cucina più lesto d’un gatto.
 Qua una pignatta, là un testo, qua un piatto;
 foco all’arosto; l’alesso non più.
 Volta il pasticcio; assaggia il ragù.
 
205   Son eccellente nel far da mangiar.
 Fuori di questo non vuo’ faticar. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 Cortile nel palazzo del governatore della cuccagna con fontane che gettano vino e commestibili intorno che formano in tutto il cortile una dispensa.
 
 LARDONE, SALCICCIONE, madama CORTESE, madama LIBERA e compagni
 
 coro
 
    Dolce cosa all’uomo amica
 è il mangiar senza fatica;
 buoni cibi, buon licore,
210ogni dubio, ogni rossore
 fan dal ghiotto dileguar.
 
 Salciccione
 Dolcissimo Lardone,
 nostro governator, il ciel cortese
 vi conservi per sempre
215il più bel dono ch’abbiano i viventi,
 buon stomaco, buon gusto e buoni denti.
 madama Cortese
 Io v’auguro di core
 che ber potiate come un animale,
 senza che il troppo vin vi faccia male.
 madama Libera
220Io prego che il dio Bacco
 faccia del vostro stomaco un lambicco
 e acciò non vi saziate
 vi faccia digerir mentre mangiate.
 Lardone
 Vi ringrazio, miei cari;
225e in premio dell’amor che mi portate,
 amor sincero e grande,
 parte vi voglio far di mie vivande. (Vengono servi con torte e pasticci)
 madama Cortese, madama Libera, Salciccione a tre
 
    Evviva il buon Lardone,
 il buon governator.
230Quel caro bernardone
 è propio di buon cor.
 
 SCENA VIII
 
 COMPAGNONE e detti
 
 Compagnone
 Signor, due forastieri,
 un uomo ed una donna,
 sulla spiaggia del mar ho ritrovati.
235I poveri sgraziati
 stanno ben d’appetito
 e son meco venuti al dolce invito.
 Lardone
 Vengano pur ma prima
 che sian ammessi al nostro trattamento
240fategli far l’usato giuramento.
 Compagnone
 Olà, vengano avanti
 quegli affamati pellegrini erranti.
 
 SCENA IX
 
 PANDOLINO, POLLASTRINA e detti
 
 madama Cortese, madama Libera a due
 
    Benvenuto il pellegrino
 nella nostra compagnia.
245Beveremo in allegria;
 mangieremo in quantità. (Queste due donne prendono in mezzo Pandolino e cantano)
 
 Lardone, Salciccione a due
 
    Benvenuta, pellegrina,
 nella nostra compagnia.
 Senza tema o gelosia,
250il buon tempo si godrà. (Questi due prendono Pollastrina in mezzo e cantano; e lei mostra di godere)
 
 Pandolino
 Io vi sono obbligato;
 ma ditemi di grazia,
 che cerimonia è questa?
 Le donne fan finezze a un uomo maschio
255e gli uomini le fanno ad una femina?
 No, così non mi piace.
 Io voglio la mia sposa;
 la voglio, m’intendete?
 madama Libera
 Se farete così, non mangierete.
 Pollastrina
260Caro sposino mio,
 se state bene voi, sto bene anch’io.
 Lardone
 Cara la mia fanciulla,
 non vi mancherà nulla.
 Salciccione
 Sarete ben trattata,
265servita e rispettata.
 Compagnone
 Se ognuno baderà alle cose sue,
 godrete la cuccagna tutti due.
 Pandolino
 No me n’importa un fico;
 vi replico e vi dico
270che voglio Pollastrina.
 madama Libera
 Se volete la sposa e voi prendetela. (Lo spinge in mezzo la scena)
 Lardone
 Se bramate la sposa e voi tenetela. (Fa passare Pollastrina vicino a Pandolino)
 Pandolino
 Caro quel bel visino!
 Pollastrina
 Caro il mio Pandolino!
 Pandolino
275Oh che paste sfogliate! (Vedono i pasticci e le torte)
 Pollastrina
 Oh che torte inzuccherate!
 Pandolino
 Oimè non posso più!
 Pollastrina
 Oimè, sento che il cor mi balza in su!
 Pandolino
 Signor, per carità (A Compagnone)
280lasciatemi assaggiar.
 Pollastrina
                                         Deh permettete...
 Salciccione
 Pria dovete giurar, poi mangiarete.
 Io, che son il custode
 de’ cibi di cuccagna,
 vi dico che per ora non si magna. (A Pandolino e Pollastrina, poi parte)
 Pollastrina
285E intanto s’ha a patire?
 Pandolino
 E intanto dalla fame s’ha a morire?
 madama Cortese
 Io, che son destinata
 all’uffizio gentil di dispensiera
 e che ho nome Cortese,
290vi farò buone spese;
 a pranso, a colazion, merenda e cena,
 vi darò da mangiar a pancia piena.
 
    Io son di quelle femine
 ch’han generoso il cor
295e che si fanno onor
 con quel che suo non è.
 
    Io sono facilissima
 a movermi a pietà.
 E far la carità
300nessun sa più di me.
 
 SCENA X
 
 PANDOLIN, POLLASTRINA, LARDONE, madama LIBERA, COMPAGNONE, SALCICCIONE e compagni
 
 Pandolino
 La signora Cortese
 con tutta la sua grande cortesia
 nulla m’ha dato e se n’è andata via.
 Pollastrina
 Finora, poverino,
305lo stomaco si lagna;
 e finora per noi non v’è cuccagna.
 Lardone
 Per goder di cuccagna il beneficio,
 convien saper se siete
 abili per la nostra istituzione.
310Due sorte di persone
 vi sono al mondo. L’una è di coloro
 che traggono il mangiar dal suo lavoro.
 L’altra è di quella gente
 che cerca di mangiar senza far niente.
315I primi son nemici
 del chiasso e del bagordo;
 sono gli altri d’umor lieto ed ingordo.
 Chi avesse dei due geni
 misti e confusi i desideri suoi
320non farebbe per noi.
 Chi pensa seriamente stia lontano.
 Solamente quel che ama la pazzia
 degno è di star in nostra compagnia.
 
    Goder cuccagna
325talun procura
 ma quanto dura
 dirvi non so.
 
    Finché si magna
 si tira avanti.
330Lo fanno tanti
 e anch’io lo fo.
 
 SCENA XI
 
 PANDOLINO, POLLASTRINA e madama LIBERA
 
 madama Libera
 E ben, di qual dei due
 essere destinate?
 Pandolino
 Lasciate che ci pensi.
 madama Libera
                                         Via, pensate;
335e se saper volete
 quai siano i riti nostri, io sarò pronta
 a dar a voi la relazion più vera,
 io che Libera son cerimoniera.
 Pandolino
 Mi farete piacer.
 Pollastrina
                                  Vi sarò grata.
 madama Libera
340La gente fortunata
 della nostra città si leva sempre
 vicino al mezzodì. Levati appena,
 van le donne allo specchio,
 gli uomini alla cucina,
345le prime a bellettarsi e farsi i ricci,
 i secondi a ordinar torte e pasticci.
 Fra visite, fra giochi ed amoretti,
 viene l’ora del pranso;
 ognun mangia, ognuna beve
350più di quello che può, di quel che deve.
 Tutto il resto del giorno
 di qua, di là, d’intorno,
 si può far all’amor liberamente
 senza trovar nessun che dica niente.
355La sera si rinuova
 il gusto della cena
 e poi a pancia piena,
 per compir il diletto,
 ciascun sen va colla sua sposa in letto.
 
 SCENA XII
 
 PANDOLINO, POLLASTRINA e COMPAGNONE
 
 Pandolino
360Oh che regno felice! Oh che paese
 gustoso e prelibato!
 Sempre più me ne sono innamorato.
 Compagnone
 Dunque andiamo a giurar.
 Pandolino
                                                   Sì, Pollastrina,
 andiam, se di venir contenta siete.
 Pollastrina
365Io per tutto verrò dove volete.
 Compagnone
 Ma dite, galantuomo,
 quella bella regazza è vostra moglie?
 Pandolino
 Ancor tale non è; ma tale io spero
 che presto diverrà,
370se il buon governator lo accorderà.
 Compagnone
 Sì, sposatela pure,
 poiché nella città della cuccagna
 quelli ch’ha bella donna per consorte
 è sicuro goder felice sorte.
 Pollastrina
375Se voi ce l’accordate,
 noi faremo anche adesso il matrimonio.
 Compagnone
 Fatelo; io servirò per testimonio.
 Pandolino
 Sarete il protettor.
 Compagnone
                                     Sì, per appunto.
 Ed io poi manderò
380pane, vino, cappon, manzo e vitello
 al mio caro sposin grazioso e bello.
 Pandolino
 Dunque veniam al fatto.
 Compagnone
 Facciam, ma con un patto,
 che quel che s’usa qui col protettore
385senza difficoltà dobbiate usare.
 Pollastrina
 Dite pur, ch’io son pronta.
 Pandolino
 Anch’io non mi ritiro.
 Compagnone
                                           Via, sposatevi.
 Alla presenza mia date la mano,
 le usanze vi dirò di mano in mano.
 Pandolino
 
390   Pollastrina, ecco la mano.
 
 Pollastrina
 
 Pandolino, ecco la man.
 
 Pandolino
 
 Ecco fatto il matrimonio.
 
 Compagnone
 
 Ed io son il testimonio
 e compita è la funzion.
 
 Pandolino
 
395   Dunque andiamo.
 
 Pollastrina
 
                                       Pronta sono.
 
 Compagnone
 
 No, fermate; or vien il buono.
 
 Pandolino, Pollastrina a due
 
 Dite su, che s’ha da far?
 
 Compagnone
 
    Non sapete? Il protettore
 deve andar, per farle onore,
400colla sposa a passeggiar.
 
 Pandolino
 
    Vada pur, che vengo anch’io.
 
 Compagnone
 
 No, non venga, padron mio.
 
 Pollastrina
 
 Da noi soli s’ha d’andar.
 
 Pandolino
 
    Dove andate?
 
 Compagnone
 
                               Nol cercate.
 
 Pollastrina
 
405No l’avete a domandar.
 
 Pandolino
 
    Questa cosa non mi piace;
 la mia sposa ha da restar. (Gli leva Pollastrina di mano)
 
 Compagnone
 
    Dunque resta, o bernardone,
 non ti mando più cappone
410né vitello da mangiar. (Vuol partire)
 
 Pollastrina
 
    Siete un pazzo. (A Pandolino)
 
 Pandolino
 
                                   Ehi! Sentite. (A Compagnone)
 
 Compagnone
 
 Che volete?
 
 Pollastrina
 
                         Egli è pentito.
 
 Compagnone
 
 Se sarete buon marito,
 protettore anch’io sarò.
 
 Pandolino
 
415   Compatite la ignoranza.
 
 a tre
 
 Vada via la gelosia
 e godiam quel che si può.
 
 Fine dell’atto primo